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Biometano e Trasporti

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Perché è il momento di puntare sul Biometano:
decreto ed incentivi

Il biometano sta acquisendo sempre più importanza in Italia e uno dei motivi del crescente interesse è rappresentato dall’entrata in vigore del DM del 2 marzo 2018 e dai relativi incentivi che hanno iniziato a stimolare l’utilizzo del biometano e di altri biocarburanti nel settore dei trasporti.

Con il decreto, il cui obiettivo dichiarato è incrementare il ricorso alle fonti rinnovabili, sono stati stanziati 4,7 miliardi di euro destinati in particolare agli impianti che entreranno in esercizio entro il 2022.

La novità principale introdotta dal DM del 2 marzo 2018 consiste nell’attribuzione di un valore doppio di Certificati di Immissione in Consumi (CIC) ai produttori di biometano avanzato che viene immesso in consumo nei trasporti tramite impianti di distribuzione. 

Per quanto gli riguarda gli incentivi, invece, il decreto li attribuisce a due processi:

  • l’assegnazione dei CIC, sia nella forma di single counting che double counting;
  • il ritiro dei CIC attribuiti ai produttori direttamente dal GSE ad un prezzo predefinito di 375€, per una durata di 20 anni.

Così facendo è possibile ridurre i rischi strettamente collegati alle oscillazioni del mercato del gas e del GNL, che impattano sulla parte dei ricavi non superiore al 30%. 

Come sta avvenendo per tutti i vettori energetici, anche il gas si trova ad esplorare il ruolo e il valore delle fonti energetiche rinnovabili. In questo contesto, lo sviluppo di gas rinnovabili come il biometano e la decarbonizzazione efficiente dei settori finali, in maniera complementare con le rinnovabili elettriche, appaiono vie perfettamente percorribili e da intraprendere.

I vantaggi del decreto

Consente al produttore di biometano di ottenere l’attribuzione su base mensile di CIC nel limite annuo di produzione di 1,1 miliardi di Sm3.

Garantisce, per una durata decennale, un prezzo fisso dei CIC rilasciati ai produttori di biometano pari a 375€ e non prevede limiti di grandezza per gli impianti.

Garantisce il ritiro del biometano avanzato ad un prezzo pari a quello medio ponderato con le quantità, registrato sul mercato a pronti del gas naturale (MPGAS) ridotto del 5%.

Favorisce la realizzazione di nuovi impianti di liquefazione e distribuzione mediante un aumento del 20% del numero dei CIC corrisposti fino alla copertura del 70% dell’investimento sostenuto (con una soglia massima di 1.200.000€ per la liquefazione e 600.000€ per la distribuzione).

Quali sono i benefici del Biometano

Investire nel biometano si sta rivelando un business estremamente vantaggioso. I suoi benefici, però, non sono soltanto economici. Infatti con la maggiore diffusione del biometano sul territorio nazionale si osservano molteplici vantaggi che impattano positivamente sul benessere delle persone e delle aziende:

Riduzione delle emissioni nel settore dei trasporti

I veicoli a motore alimentati a biometano producono una quantità di emissioni inquinanti, in particolare CO2, nettamente inferiore a quella generata dai veicoli alimentati con combustibili fossili. Tra i benefici dell’utilizzo del biometano si osserva una riduzione del 70% nelle emissioni di gas effetto serra e del 90% in quelle di ossido di azoto.

Diffusione di ecosistemi virtuosi fondati sulle logiche dell’economia circolare

Gli impianti di produzione di biometano si basano sull’utilizzo degli scarti di origine biologica come materia prima e hanno la capacità di auto-alimentarsi attraverso l’energia prodotta. Proprio per questo motivo, tali impianti rappresentano un esempio evidente di economia circolare.

Stimolazione dello smaltimento dei rifiuti/scarti agroindustriali

Uno dei processi più importanti nella produzione di biometano è rappresentato dal processo di digestione anaerobica. Tale attività è determinante per smaltire le biomasse in modo efficace.

Gli obiettivi del Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili: a che punto siamo

Nonostante i vantaggi, la situazione attuale relativa all’utilizzo del biometano in Italia si presenta in parte problematica, come emerge dal confronto tra i dati riguardanti l’impiego di combustibili alternativi provenienti da fonti rinnovabili e gli obiettivi prefissati.

Infatti, secondo il Piano di Azione Nazionale per le Energie Rinnovabili, che pone le basi per l’applicazione della Direttiva Europea 2009/28/CE, entro il 2020:

  • il 17% dell’energia consumata in Italia dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili;
  • il ricorso alle energie rinnovabili nel settore dei trasporti dovrà attestarsi al 10%.

Se il primo obiettivo è stato già raggiunto nel 2016, il secondo si mostra ancora deficitario. Non è un caso che il Decreto Ministeriale (DM) 2 Marzo 2018 si sia focalizzato proprio sull’utilizzo del biometano nei trasporti, che, come scritto, rappresenta la tipologia di consumo energetico maggiormente arretrata rispetto agli obiettivi fissati dal Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili.

Il Decreto, tra l’altro, indica una strada nuova nel modello da seguire per raggiungere lo scopo. Infatti, se il target del 10% per il settore dei trasporti è stato perseguito principalmente ricorrendo a biocarburanti liquidi tipicamente importati, il DM ha indicato invece nel sostegno di una filiera autoctona una possibile via di sviluppo.

Il biometano riveste un ruolo fondamentale nel processo di transizione energetica per il raggiungimento degli obiettivi previsti per la fine del prossimo decennio. Infatti, nel contesto del sostegno alla costruzione di nuove stazioni di servizio a biometano, Snam stima che gli allacciamenti di biometano potrebbero raggiungere 76 TWh nel 2030, a fronte degli attuali 4 TWh.

Il biometano nel settore dei trasporti: il mercato italiano

I ritardi che coinvolgono l’utilizzo del biometano nel settore dei trasporti possono essere colmati attraverso una strategia di sviluppo chiara e definita.

In particolare, alla luce della situazione attuale risulta chiaro che, per contrastare la produzione di CO2, la diffusione di impianti di produzione di biometano e la relativa immissione in consumo nel settore dei trasporti rappresentino una soluzione vincente.

Lo stesso mercato italiano presenta delle caratteristiche tali da favorire il ricorso al biometano nei trasporti.

Secondo l’analisi del CIB – Consorzio Italiano Biogas, il nostro paese ha un potenziale di produzione di biometano pari a 8 miliardi di metri cubi. Inoltre si riuscirebbe ad alimentare un terzo del parco circolante con energia rinnovabile al 100% se si destinasse interamente ai trasporti il biometano potenzialmente producibile.

Sviluppo del settore del Biogas

In Italia, secondo i dati GSE, nel 2017 erano presenti 2.116 impianti di produzione di biogas, così suddivisi:

  • 1.027 impianti da attività agricole/forestali;
  • 602 impianti da deiezioni;
  • 409 impianti da rifiuti FORSU;
  • 78 impianti da fanghi.

L’impiego del biometano è accelerato dalla riconosciuta expertise nazionale nella produzione di biogas a livello internazionale, sia in termini di volumi sia in termini di sostenibilità della produzione.

Metano per autotrazione

Nell’uso di metano per autotrazione, il mercato italiano è al primo posto in Europa. Lo stesso parco circolante è caratterizzato da più di 1 milione di auto-veicoli a metano, mentre nel trasporto pubblico sono attivi 3.300 veicoli. Inoltre, comparando i dati 2017 e 2018 emerge una tendenza quanto mai positiva:

  • le nuove immatricolazioni di automobili a gas registrano una crescita del 14,3%;
  • il progresso nelle nuove immatricolazioni di autobus è pari al 110%.

Lo sviluppo nella mobilità pesante, nell’immediato futuro, può apportare un beneficio ambientale in un comparto della mobilità cui il processo di elettrificazione potrebbe essere più lento.

Distributori di CNG e L-CNG

L’Italia presenta, poi, un mercato nel quale il numero di distributori di CNG e L-CNG è il più alto a livello europeo. Inoltre, la rete di trasporto del gas naturale è piuttosto ramificata con 40.200 Km di gasdotti.

Uno dei vantaggi del biometano è proprio la sua immediata disponibilità, dovuta al fatto che può essere immesso nelle attuali reti di trasmissione del gas senza richiedere la costruzione di reti gas ad hoc.

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