I servizi di welfare aziendale al tempo del Covid-19
Quali conseguenze per le imprese e i lavoratori?
Il welfare aziendale ha rappresentato anche in Italia una importante novità, capace nell’arco di pochi anni di ridefinire il rapporto tra aziende e dipendenti. I primi interventi legislativi hanno creato le condizioni per lo sviluppo e il successo del welfare all’interno delle organizzazioni. Poi sono state le aziende che hanno fatto proprie le istanze normative traducendole in azioni concrete a favore dei lavoratori.
Le esperienze più positive di welfare aziendale si sono registrate quando le imprese hanno ascoltato le reali esigenze dei propri dipendenti, creando una sinergia senza eguali tra tutti gli attori che danno vita ad una organizzazione. Infatti, laddove è condiviso, il welfare non rappresenta un vantaggio soltanto per le aziende ma anche per i lavoratori.
Tutto o quasi potrebbe cambiare con l’emergenza legata al Covid-19 che senza dubbio costituisce un punto di svolta nella diffusione delle politiche di welfare aziendale nelle organizzazioni. Il rischio che le imprese, soprattutto le PMI, possano affrontare delle serie problematiche economiche è reale.
Secondo il rapporto Welfare Index PMI 2020, infatti, le imprese hanno superato la fase acuta dell’emergenza mostrando enormi difficoltà economiche e di business. I dati parlano chiaro.
8,8%
Le imprese a rischio costrette a misure di ristrutturazione organizzative per contenere le perdite e salvaguardare la propria continuità operativa.
42,4%
Le aziende in difficoltà chiamate ad affrontare cambiamenti significativi anche se non radicali a livello organizzativo e di business.
La crisi è più elevata e diffusa nelle aziende medio-piccole che, storicamente, costituiscono il tessuto produttivo tipico del panorama italiano. Infatti, tra le imprese con meno di 10 addetti, l’11,5% sono le organizzazioni in gravissima difficoltà. Il dato cala al crescere delle dimensioni dell’azienda:
- 7% tra le piccole (tra 10 e 50 addetti);
- 3-4% tra le medie (tra 50 e 250 addetti) e le medio-grandi (oltre 250 addetti).
Altrettanto reale, poi, è il rischio che possano aumentare le disuguaglianze sociali a sfavore delle fasce di lavoratori più deboli.
Il welfare aziendale rappresenta, però, una delle soluzioni che possono essere messe in campo per superare questo terribile periodo, sanitario e sociale. Infatti come emerge dai dati pubblicati sempre nel rapporto Welfare Index PMI 2020, le imprese, soprattutto quelle più virtuose, proprio grazie al welfare si sono trasformate in un vero e proprio punto di riferimento sia per la comunità dei lavoratori e delle loro famiglie che per il territorio nel quale operano.
Il welfare aziendale rappresenta, però, una delle soluzioni.
Quindi è importante capire più in profondità in che modo l’emergenza Covid-19 stia impattando sul welfare aziendale e quali cambiamenti dobbiamo attenderci nei prossimi mesi per le imprese e i lavoratori.
Che cos’è il welfare aziendale e qual è la sua evoluzione in Italia
Prima di entrare nel merito della questione e delle potenziali conseguenze del Covid-19, è importante innanzitutto chiarire cosa si intenda con il termine welfare aziendale (o corporate welfare).
Welfare aziendale indica un contesto di sgravi fiscali e incentivi a favore delle imprese che intraprendono un pacchetto di iniziative finalizzate all’aumento del benessere del dipendente e della sua famiglia. L’obiettivo di tali politiche, dunque, è perseguire il miglioramento delle condizioni socio-economiche del lavoratore attraverso il coinvolgimento diretto delle aziende, le quali, a loro volta, per mettere in campo tali azioni accedono ad un sistema di vantaggi fiscali.
In Italia l’evoluzione del welfare in azienda si è consolidata soprattutto negli ultimi anni, favorita da fenomeni di diversa natura tra loro profondamente legati.
Il welfare aziendale in Italia: fattori di sviluppo
1
Specifici interventi legislativi, volti a stimolare l’entrata del privato nel mondo del welfare
2
Attuazione delle misure di welfare da parte delle imprese, che in poco tempo hanno compreso i vantaggi dell’investimento, alimentando in questo modo il mercato
3
Diffusione di piattaforme digitali per l’erogazione dei benefit
Gli interventi legislativi che si sono succeduti dal 2016 sono nati per rispondere ad un bisogno sempre più crescente del pubblico: favorire l’ingresso delle aziende all’interno di un sistema complesso ed intricato come quello del welfare con il chiaro intento di limitare la propria partecipazione, anche alla luce delle enormi difficoltà vissute a livello previdenziale.
Negli anni le diverse Leggi di Stabilità hanno introdotto importanti novità che, ad esempio, hanno permesso di vincolare i servizi di welfare aziendale a contratti e regolamenti aziendali (non limitandoli più, come in passato, alla decisione del datore di lavoro) e di convertire il premio di risultato in servizi di welfare.
Negli anni le diverse Leggi di Stabilità hanno introdotto importanti novità
Le imprese dal canto loro hanno potuto usufruire di importanti vantaggi fiscali che le hanno incentivate a consolidare nel tempo la loro politica di investimento. In questo modo, il welfare aziendale ha ricevuto un’ulteriore spinta all’espansione, creando le condizioni per l’ingresso nel mercato di ulteriori player. Questi, grazie all’evoluzione tecnologica, hanno dato vita a importanti piattaforme digitali che hanno messo le aziende nelle condizioni di fornire ai propri dipendenti un sistema strutturato e organizzato di benefit.
Come cambiano i servizi di welfare aziendale con il Covid-19
L’emergenza connessa alla diffusione del Covid-19 ha avuto inevitabili riflessi anche sul mercato del welfare aziendale. Tuttavia, anche a fronte di inevitabili difficoltà economiche citate in precedenza e presenti in modo prevalente tra le PMI, emerge un aspetto confortante.
Infatti, come ricorda il rapporto Welfare Index PMI 2020, nell’emergenza le imprese hanno saputo acquisire un ruolo ancora più significativo nel tessuto territoriale e comunitario. La stragrande maggioranza di esse ha realizzato iniziative di sostegno sociale, finalizzate nel 95,8% ad azioni per la salute e la sicurezza dei lavoratori, nel 78,7% ad attività di riorganizzazione del lavoro per la conciliazione delle esigenze familiari dei dipendenti, e nel 24,1% ad nuove iniziative formative.
Più nello specifico del welfare aziendale, il 2020 mostra un andamento positivo che conferma la crescita già registrata negli anni precedenti. Se si considera il numero delle aree nelle quali un’azienda è attiva, si nota come dal 2016 ad oggi la percentuale di imprese attive (in almeno quattro aree) è passata dal 25,5% al 52,3%.
Le aziende del mondo PMI attive nel welfare aziendale
Le imprese medio-grandi (oltre 250 addetti) molto attive nel welfare aziendale
+10,1%
Le piccole imprese (tra 10 e 50 addetti) molto attive nel welfare sono aumentate dal 15,8% al 25,9%
+8,2%
Le microimprese (con meno di 10 addetti) molto attive nel welfare sono passate dal 6,8% al 15,0%
Entrando nello specifico delle singole aree del welfare aziende, il Rapporto Welfare Index PMI 2020 rivela un incremento sostenuto e generalizzato tra il 2017 e il 2020.
In particolare, i servizi di prevenzione (check-up medici, campagne informative) e assistenza sanitaria (convenzioni con studi medici e odontoiatrici) mostrano l’aumento proporzionale maggiore, raggiungendo quest’anno il 23%.
I servizi di prevenzione e assistenza sanitaria mostrano l’aumento maggiore
Al tempo stesso, anche le iniziative volte ad equilibrare il rapporto vita-lavoro del dipendente (quali flessibilità degli orari e lavoro a distanza) sono in crescita (nel 2020 al 51%), mostrando come un numero maggiore di aziende sia sempre più consapevole della necessità di intervenire per supportare i propri lavoratori nella gestione della vita familiare.
Come detto, i servizi di prevenzione e di assistenza sanitaria hanno registrato nel campo del welfare aziendale una crescita sensibile tra le aziende, a tal punto che più della metà delle imprese ha attivato una iniziativa in tale settore.
Welfare aziendale – Crescita dei servizi di prevenzione e assistenza sanitaria (2016-2020)
+6,4%
rispetto al 2019
+20%
rispetto al 2016
Contemporaneamente sono in aumento anche le imprese che valutano la salute come un’area prioritaria da sviluppare nei prossimi anni all’interno del proprio sistema di welfare (il dato nel 2020 si attesta al 43%, in aumento dell’11,5%). In questo senso, le aree più significative sono rappresentate dalla Sanità complementare, dalla Prevenzione e cura, e dall’Assistenza agli anziani, familiari non autosufficienti e bambini.
Sanità complementare
In quest’area il tasso di partecipazione delle imprese è il più alto. Infatti, il 42,2% delle PMI ha implementato almeno una iniziativa di questo settore (+3,6% rispetto al 2019 e +13% rispetto al 2016).
Nello specifico, l’iniziativa principale è relativa ai fondi collettivi di categoria istituiti dai CCNL (che rappresentano uno strumento cruciale per le coperture integrative), con un’adesione del 26,3% delle imprese.
Prevenzione e cura
I servizi forniti in quest’area riguardano principalmente la prevenzione e il check-up, con screening, esami diagnostici, controlli della salute e diagnosi precoce.
Inoltre sono cresciute anche le richieste di uno sportello medico interno (6,5%), delle convenzioni con gli studi dentistici e dei servizi sanitari specialistici.
Assistenza
Le aziende hanno realizzato anche iniziative di assistenza agli anziani, familiari non autosufficienti e bambini. Tale area, va detto, è ad un livello di sviluppo iniziale, con un tasso di iniziativa del 2,9%.
Le azioni intraprese hanno luogo soprattutto sotto forma di rimborsi.
Il welfare aziendale del prossimo futuro
Nonostante l’emergenza sanitaria ed economica ancora in atto, i dati che abbiamo citato non solo mostrano la vitalità del welfare aziendale ma rivelano anche la sua efficacia come strumento di benessere a disposizione delle organizzazioni e dei lavoratori.
Infatti, a maggior ragione in un periodo così complesso e critico, le aziende che hanno adottato e implementato le iniziative di welfare a supporto dei propri dipendenti sono diventate un punto di riferimento per l’intera comunità. E’ vero che tali misure sono rivolte a specifici soggetti, ma la loro ricaduta è sempre sociale e territoriale.
Il welfare, dunque, conferma ancora una volta di essere un bene di cittadinanza, mentre il Covid-19 è una terribile minaccia al benessere, alla socialità, all’assistenza e all’economia. Il primo attacco del virus è naturalmente alla nostra salute e alla qualità psico-fisica delle nostre vite. Non bisogna dimenticare, però, che il Covid-19 colpisce anche le relazioni sociali e il lavoro, vale a dire gli elementi che, insieme, danno vita al mosaico vitale di cui si compone l’identità di un individuo, sia come cittadino che come soggetto privato.
Il welfare dunque conferma ancora una volta di essere un bene di cittadinanza, mentre il Covid-19 è una terribile minaccia al benessere, alla socialità, all’assistenza e all’economia
A questo punto, però, si tratta di capire in che modo l’attuale emergenza e le relative risposte messe in campo per fronteggiarla si rifletteranno, nei prossimi mesi, sull’evoluzione del welfare aziendale.
Come nota IPSOA in un documento sul post-crisi, il welfare aziendale sarà “chiamato a svolgere funzioni non solo marginali ma sempre più “strutturali” per il benessere individuale e collettivo dei lavoratori e delle loro famiglie. Questo è un motivo di più per rispondere all’esigenza di promuoverne una diffusione equilibrata fra i gruppi sociali, fra le aziende e fra i territori e di finalizzare meglio il suo sviluppo a finalità di utilità generale e di eguaglianza.”
Quale welfare aziendale è lecito aspettarsi?
Un welfare aziendale totale, basato su una logica più universale, in grado di superare il rischio di una parcellizzazione dei servizi.
In quest’ottica, sarà sempre più importante per le aziende dotarsi, all’interno dell’organizzazione, di un sistema di welfare integrato, capace di rispondere alle molteplici esigenze del dipendente e dei suoi familiari.
Un welfare aziendale che fornisca ulteriore supporto alle imprese e ai lavoratori e che nasca dai bisogni primari, vale a dire da quei bisogni che, a causa del Covid-19, sono diventati ancora più essenziali (pensiamo all’ambito sanitario, alla salute e all’assistenza, alla famiglia e alla scuola).
Le aziende saranno chiamate con maggior forza ad implementare, anche all’interno della propria struttura (ad esempio con presidi e sportelli medici dedicati), misure sanitarie e di assistenza alla salute per garantire ai propri dipendenti un costante supporto al benessere psico-fisico.
Un welfare aziendale in grado non solo di essere più digitalizzato, ma di sostenere il crescente bisogno di digitalizzazione sostenuto dall’evoluzione del mondo del lavoro e delle forme più evolute di home working, remote working e smart working.
Alla luce della digitalizzazione delle attività e relazioni professionali, cambiano le necessità ed esigenze dei lavoratori. Per sostenere tale sviluppo, garantendo al tempo stesso la salute e la sicurezza dei propri dipendenti, le aziende dovranno consolidare il proprio welfare “tecnologico” (come sta già accadendo nel caso della telemedicina).
La salute è un bene irrinunciabile, per te e la tua organizzazione.
E noi abbiamo le soluzioni di welfare ideali per le tue necessità.
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