Il sistema di gestione anticorruzione
Quanto è efficace la ISO 37001 nella prevenzione della corruzione?
La corruzione rimane un problema rilevante nel panorama pubblico e privato, ovviamente non soltanto in Italia. Come è ormai noto, il fenomeno è trasversale e globale, con una diffusione più intensa e radicata nei Paesi e nelle Organizzazioni in cui non sono state sviluppate una cultura e una mentalità anticorruzione e nei quali, di conseguenza, non sono state adottate concrete strategie preventive e di contrasto.
Sebbene l’atto corruttivo rimanga complesso da quantificare, sulla sua diffusione non esistono dubbi così come non esistono incertezze sulle sue conseguenze. Una società o un’azienda in cui il fenomeno è radicato, c’è una minore spinta alla innovazione e alla competizione, crescono le perdite economiche, si registra un significativo danno reputazionale soprattutto nel lungo periodo.
Gli effetti a livello individuale, invece, si caratterizzano in termini di crescita dei livelli di stress ed ansia, minore fiducia in se stessi e negli altri, con conseguenze a volte drammatiche sulle relazioni lavorative e familiari.
La corruzione, sebbene non sempre direttamente visibile, sembra di difficile risoluzione. Eppure, nonostante la sua complessità intrinseca, esistono delle strategie e delle misure che possono essere adottate per tentare di prevenirla e per contrastarne la diffusione. Una di queste è rappresentata dalla ISO 37001, la certificazione dei sistemi di gestione anticorruzione.
Ideata per aiutare le organizzazioni e le imprese nel fronteggiare il fenomeno, la ISO 37001 è efficace se i principi che la compongono vengono incorporati all’interno della filosofia aziendale. In questo caso infatti, come vedremo più avanti, può davvero supportare le organizzazioni e i suoi rappresentanti (dalle figure apicali fino ai dipendenti) nella prevenzione e gestione del fenomeno.
Quanto è diffusa la corruzione
Innanzitutto è importante ricordare che la corruzione non è soltanto un problema italiano o, come erroneamente si riteneva in passato, un problema tipico dei paesi meno sviluppati sul piano industriale ed economico.
Infatti, secondo una ricerca di Ernst&Young pubblicata nel 2018, anche in una nazione avanzata come la Germania un’azienda su 6 si è confrontata direttamente con un caso di frode e corruzione nei due anni precedenti, un dato in significativo aumento rispetto al passato.
Nel complesso, uno studio del Centro di Ricerca Rand ha rilevato come la corruzione impatti negativamente sull’economia del vecchio continente per 990 miliardi di euro all’anno. Nel caso del nostro paese, invece, il danno stimato è calcolato intorno ai 200 miliari di euro, una quota che vale il 13% del PIL.
Va precisato, però, che questi dati sono da considerare con attenzione e cautela, data la complessità del fenomeno, la difficoltà dell’analisi e le problematiche nella rilevazione. Altre indagini, non a caso, hanno preferito soffermarsi su elementi più qualitativi come la percezione della corruzione. Tale aspetto, però, soprattutto nei contesti in cui è scarsa o ridotta la fiducia verso le istituzioni, porta a sovrastimare la diffusione del fenomeno stesso.
Uno studio interessante è stato realizzato in Italia da Anac – Autorità nazionale anticorruzione, che nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020” finanziato dall’Unione europea, ha lavorato ad un importante progetto finalizzato all’individuazione del rischio di corruzione nella Pubblica amministrazione.
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Tra il 2016 e il 2019, secondo l’indagine Anac, in Sicilia sono stati registrati 28 episodi di corruzione (18,4% del totale), un dato simile al numero rilevato in tutte le regioni del nord (29 in totale).
La seconda regione più colpita è stata il Lazio (con 22 casi), seguita dalla Campania (20), la Puglia (16) e la Calabria (14).
Il 74% delle vicende (113 casi) ha riguardato l’assegnazione di appalti pubblici, dato che conferma la rilevanza del settore e dei relativi interessi illeciti generati dall’importante valore economico delle attività.
Inoltre le amministrazioni più coinvolte sono risultate i Comuni (41% dei casi), le società partecipate (16%) e le aziende sanitarie (con l’11%).
Settori più colpiti
La ricerca di Anac, focalizzata sulle pubbliche amministrazioni, fornisce un quadro “concreto”, anche se inevitabilmente parziale, sulle dinamiche corruttive presenti nel nostro paese. Tra l’altro individua ancora una volta nella prevenzione lo strumento più efficace per il contrasto al fenomeno.
Un ulteriore aspetto da non sottovalutare emerso dalla rilevazione, centrale anche per la ISO 37001, è rappresentato dall’incremento esponenziale delle segnalazioni riguardanti gli illeciti avvenuti sul luogo di lavoro (whistleblowing), verso le quali nel 2017 sono state introdotte particolari tutele per evitare ritorsioni e discriminazioni.
Le conseguenze della corruzione
Le conseguenze del fenomeno, come abbiamo sottolineato in precedenza, sono naturalmente economiche ma gli effetti “collaterali” della corruzione investono anche il campo sociale, psicologico e culturale, rendendo più complessa la sua risoluzione.
A livello più generale possiamo distinguere tre differenti conseguenze, differenziate sulla base della tipologia di soggetto coinvolto:
Conseguenze per l’organizzazione in termini di perdite finanziarie, effetti negativi sulla produttività degli impiegati, danno reputazionale, mancata o differita focalizzazione sui servizi.
Una delle conseguenze peggiori per un’azienda è il danno reputazionale e la perdita di fiducia dei propri consumatori e stakeholder. Se gli effetti negativi in campo azionario possono essere visibili nell’immediato, successivi alla pubblicazione delle notizie riguardanti casi di corruzione, i riflessi sulla reputazione sono invece rilevabili nel medio-lungo periodo.
Infatti, come notato ad esempio in ambito politico, soprattutto se incorrono anche altri fattori negativi, il coinvolgimento in atti corruttivi non solo riduce la forza attrattiva del brand, ma la espone ad una percezione costantemente e selettivamente negativa.
Inoltre, in un contesto nel quale la corruzione è diffusa, le aziende sono meno incentivate a fornire prodotti e servizi di qualità.
Conseguenze a livello individuale sotto forma di problematiche disciplinari, peggioramento nei rapporti con i colleghi e con i familiari, aumento dello stress, danno reputazionale, possibile perdita del posto di lavoro.
In particolare in ambito lavorativo, i dipendenti e i manager che vivono direttamente o indirettamente circostanze corruttive, possono sentirsi demotivati e demoralizzati, incapaci a raggiungere i risultati sperati attraverso l’impegno e il duro lavoro.
Conseguenze per il mercato e la comunità quali perdita o peggioramento di beni e servizi, maggiore disuguaglianza economica e sociale, minore fiducia verso gli enti e le imprese locali, riduzione della spinta ad una innovazione eticamente sostenibile.
Più nello specifico, lo scambio corruttivo di posti di lavoro o contratti va a discapito della concorrenza e della competizione, causando una maggiore inefficienza del mercato e una drastica riduzione di candidati qualificati e imprese innovative.
Un sistema di gestione anticorruzione: la ISO 37001
Analizzare la diffusione e gli effetti della corruzione significa rilevare sia la complessità che la drammaticità del fenomeno. A questo punto, però, è necessario anche riflettere sulle misure da adottare all’interno di una organizzazione per prevenirne e limitarne la diffusione.
Come anticipato, la ISO 37001 rappresenta uno strumento di contrasto alla corruzione, capace di supportare le aziende e gli enti nella progettazione e realizzazione di azioni finalizzate alla prevenzione e gestione di atti corruttivi.
Lo standard è stato sviluppato come una norma generale, a tal punto flessibile da consentire ad un ampio numero di organizzazioni di implementare il sistema di gestione anticorruzione indipendentemente dalle proprie dimensioni, dal settore di appartenenza o dal territorio in cui esse operano.
Proprio per la sua filosofia generale, i principi che regolano la ISO 37001 costituiscono un riferimento utile per il potenziamento, e non per la sostituzione, delle procedure anticorruzione già esistenti all’interno dell’organizzazione stessa.
In particolare, sono due gli obiettivi che l’implementazione di un sistema di gestione anticorruzione può soddisfare:
- limitare il rischio e l’incidenza del fenomeno all’interno dell’azienda;
- fornire per quanto possibile una risposta credibile all’esterno qualora, nonostante gli sforzi profusi, l’atto corruttivo abbia comunque luogo.
Le azioni previste dalla ISO 37001
Risk Assessment
Risk assessment iniziale per determinare i rischi a cui è potenzialmente e concretamente soggetta l’organizzazione.
Campagna
Ideazione di una campagna formativa, comunicativa e di sensibilizzazione da destinare a tutti i dipendenti.
Top Management
Coinvolgimento proattivo del top management e sviluppo di una “visione condivisa” della corruzione.
Risorse
Ricorso a tutte le risorse necessarie per il consolidamento del sistema di gestione anticorruzione.
Incentivi
Definizione di incentivi e misure disciplinari.
Misure di controllo
Attuazione di idonee misure di controllo finanziarie e commerciali.
Whistleblowing
Adozione di procedure di whistleblowing.
Monitoraggio
Continuo e costante monitoraggio dell’efficacia del programma messo in atto, attraverso audit interni e gap analysis periodici.
La presenza e il ricorso concreto a tali misure all’interno dell’azienda rappresentano, agli occhi degli stakeholder esterni, una indicazione piuttosto chiara della volontà dell’organizzazione di affrontare concretamente il fenomeno.
Anche se la norma ISO 37001 non è obbligatoria, il suo utilizzo soprattutto tra le aziende che operano nei settori economicamente e finanziariamente più importanti, come l’Oil&Gas, il Tecnologico e Armamenti, e che hanno rapporti continui con i governi, può costituire un importante impulso alla sua diffusione.
L’efficacia della ISO 37001 come sistema di gestione anticorruzione
Da quando è stata introdotta, la ISO 37001 è stata oggetto di una attenta valutazione a livello internazionale per testarne la reale efficacia e i potenziali benefici nel contrasto alla corruzione. Sebbene sia riduttivo pensare che la mera certificazione sia in grado, da sola, di limitare in modo significativo la diffusione di tale fenomeno, arrivano conferme sulla capacità dello standard di supportare le organizzazioni contro la corruzione.
In diversi Paesi rappresentanti di differenti continenti come il Perù, lo Zimbabwe, la Malesia e il Messico, l’interesse verso la norma è stato crescente a tal punto da richiedere alle aziende impegnate in bandi pubblici di essere certificate ISO 37001.
In Malesia, in particolare, il governo locale, che negli ultimi anni ha intrapreso numerose iniziative anticorruzione, ulteriormente rafforzate dall’adozione della certificazione ISO, ha visto crescere in modo significativo la percezione positiva dei propri cittadini verso la serietà delle sue misure anticorruzione: dal 59,8% del 2016 al 70,8% nel 2019.
Molte aziende, anche in Italia, stanno scegliendo questa strada. E’ ancora troppo presto per avere dei dati omogenei sull’efficacia della ISO 37001. E’ probabile però che la diffusione e, soprattutto, l’incorporazione dei principi dello standard sia in ambito pubblico che nel settore privato, possano creare le condizioni nel lungo periodo per la realizzazione e lo sviluppo di una cultura anticorruzione condivisa.
In questo modo non solo sarà più semplice il contrasto ma anche la prevenzione della corruzione.
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