La promozione della salute nei luoghi di lavoro
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La promozione della salute nei luoghi di lavoro per diversi anni è rimasta un’attività secondaria per numerose organizzazioni, sia pubbliche che private. Al di là degli obblighi normativi che definiscono l’intero sistema di tutela della salute del lavoratore, la parte dell’attività di sensibilizzazione alla salute non soggetta a vincoli legali è rimasta ai margini delle strategie aziendali.
Negli ultimi anni, però, si è registrato un deciso cambio di rotta, motivato dalla crescente consapevolezza che una convinta e diffusa promozione della salute nei luoghi di lavoro ha effetti nel lungo periodo sia sul benessere del lavoratore che sulla sua produttività. I riflessi positivi per l’organizzazione sono evidenti e non più trascurabili, a maggior ragione in un sistema produttivo caratterizzato dal significativo invecchiamento della popolazione lavorativa.
Si tratta di capire, però, quali azioni di promozione perseguire, come organizzarle, quali stakeholder coinvolgere e molto altro. In questo focus proviamo a fornire utili indicazioni su come strutturare e pianificare una efficace strategia di prevenzione e promozione della salute, al fine di raggiungere risultati positivi sia per il lavoratore che per l’azienda.
Che cos’è la promozione della salute
La promozione della salute nei luoghi di lavoro (Workplace Health Promotion) costituisce ormai un aspetto centrale delle politiche aziendali e uno strumento per incrementare il benessere dei lavoratori e, di riflesso, la loro produttività.
In concreto, la promozione della salute sul lavoro è una strategia di prevenzione, complementare a quella della sorveglianza sanitaria, finalizzata al miglioramento della salute e della qualità della vita professionale dell’individuo.
La promozione della salute non è una responsabilità esclusiva dei servizi sanitari, poiché riguarda fattori che sono sostanzialmente al di fuori del controllo dei servizi sanitari stessi e che dipendono invece da scelte economiche, di politica sociale e produttive.
Si tratta, dunque, di uno scenario in cui sono protagonisti le istituzioni, le associazioni, la scuola, le imprese, i mezzi di comunicazione. Al pari della scuola, i luoghi di lavoro rappresentano una situazione molto favorevole alla promozione della salute, perché sono spazi collettivi di aggregazione in cui si formano modelli culturali e comportamentali.
I luoghi di lavoro rappresentano una situazione molto favorevole alla promozione della salute
Uno dei presupposti della promozione della salute nei luoghi di lavoro (Workplace Health Promotion – WHP) è che la salute dei lavoratori dipenda per buona parte dalle loro abitudini di vita.
Nei paesi ad elevato reddito come l’Italia
i fattori legati a comportamenti individuali (es. il fumo di tabacco, l’alcol, l’eccesso ponderale, la sedentarietà, l’alimentazione, i comportamenti alla guida) sono responsabili:
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30%
della perdita totale di anni di vita in buona salute
i fattori riconducibili ai rischi occupazionali sono responsabili:
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1,5%
della perdita totale di anni di vita in buona salute
Fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità
Un ambiente di lavoro “salutare” non è solo un ambiente in cui i fattori di rischio sono sotto controllo, è anche una situazione in cui si promuovono comportamenti e stili di vita salutari.
D’altra parte, queste pratiche non riguardano solo evitare l’insorgenza di nuove patologie, ma anche arrestare l’evoluzione delle patologie già insorte, con l’obiettivo di mantenere al lavoro una popolazione lavorativa che invecchia e che la medicina del lavoro tradizionale si limita a gestire in termini di inidoneità al lavoro, parziali o totali.
Tutte le organizzazioni, pubbliche e private, hanno uno specifico interesse ad investire nella promozione della salute poiché la produttività dipende da una forza lavoro motivata e sana. Creare un ambiente positivo nel quale le persone lavorano con piacere; diminuire le assenze per malattia, riducendo così il numero di giornate lavorative perse; riuscire a mantenere in produzione un lavoratore con una malattia cronica o con disabilità; evitare i costi di inserimento e formazione legati ad una sostituzione; ridurre il contenzioso sulle malattie professionali e sulle idoneità. Tutti questi sono elementi determinanti che non possono essere trascurati.
Tutte le organizzazioni hanno l’interesse ad investire nella promozione della salute poiché la produttività dipende da una forza lavoro motivata e sana
Al centro della nostra azione ci deve essere sempre l’ambiente di lavoro:
- Perché il lavoratore “sano” non si ammali.
- Perché il lavoratore “malato” possa svolgere la propria attività senza peggiorare le proprie condizioni di salute.
- Perché il luogo di lavoro contribuisca all’adozione di stili di vita salutari.
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Dove interviene la Promozione della Salute
Le tematiche oggetto di iniziative di promozione della salute riguardano aspetti delle abitudini di vita delle persone che hanno effetti rilevanti sulla loro salute e si intrecciano strettamente con i rischi occupazionali.
- Disassuefazione dal fumo
- Corretta alimentazione
- Contrasto all’abuso di alcol
- Lotta contro le dipendenze (sostanze psicotrope, farmaci, gioco d’azzardo)
- Attività fisica
- Sicurezza stradale
- Gestione dello stress
- Invecchiamento attivo
La normativa in materia di salute e sicurezza obbliga il datore di lavoro ad adottare misure di prevenzione dei rischi lavorativi e a sottoporre a sorveglianza sanitaria i lavoratori esposti a rischi per la salute.
Tuttavia, oggi assistiamo soprattutto ad una prevalenza di malattie correlate al lavoro che sono determinate sia dai rischi lavorativi sia dallo stile di vita delle persone. Questo aspetto, insieme all’allungamento della vita lavorativa con conseguente invecchiamento dei lavoratori, contribuisce ad aumentare il numero di lavoratori inidonei o idonei con prescrizioni/limitazioni, la cui collocazione in attività produttive può risultare problematica. Di fatto, oggi non è più sufficiente rispettare i limiti di esposizione stabiliti dalla normativa per mantenere il fenomeno delle inidoneità/idoneità con prescrizioni entro livelli compatibili con la produttività.
Oggi assistiamo soprattutto ad una prevalenza di malattie correlate al lavoro che sono determinate sia dai rischi lavorativi sia dallo stile di vita delle persone
Le iniziative di promozione della salute vanno quindi finalizzate anche a sostenere le capacità psicofisiche in relazione al lavoro. A tal fine, la scelta degli interventi non deve essere legata solo ad una logica di benefit aziendali, ma deve seguire un approccio per problemi, che individui criticità rilevanti per l’azienda e sia finalizzato al loro miglioramento.
Le iniziative di Promozione della Salute
Gli interventi di promozione della salute si basano sulle iniziative di prevenzione primaria, fondamentalmente finalizzate a ridurre i fattori di rischio attraverso la loro eliminazione o mitigazione con interventi di carattere tecnologico, organizzativo e procedurale, vale a dire su iniziative che possiamo definire di “medicina preventiva”.
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La medicina preventiva comprende azioni di diagnostica precoce ma è centrata anche sulla promozione di comportamenti salutari tesi a migliorare lo stato di salute e di benessere della persona.
Le iniziative di promozione della salute possono dunque essere articolate in diversi piani:
> La medicina preventiva
L’obiettivo generale della medicina preventiva e, più in generale, della prevenzione, è ridurre la probabilità che un soggetto ammali, che sviluppi condizioni invalidanti o che muoia prematuramente.
La sorveglianza sanitaria obbligatoria per legge è rivolta alla prevenzione delle malattie da lavoro, le cosiddette “tecnopatie”, che tuttavia costituiscono solo una parte (spesso poco significativa) delle patologie che possono influire sull’idoneità al lavoro o che comunque risultano rilevanti per la salute del lavoratore.
Risulta quindi utile offrire, su base volontaria, programmi di medicina preventiva finalizzati alla rilevazione e dunque poi alla mitigazione anche di fattori di rischio “extraprofessionali” individuali e/o alla diagnosi precoce di patologie rilevanti per genere ed età, nell’ambito delle quali si collocano anche le cosiddette “malattie ad aumentata prevalenza in gruppi di lavoratori” che possono avere un significativo impatto sulla produzione (es. malattie cardiovascolari, tumori).
La medicina tradizionale è incentrata sull’obiettivo di migliorare la salute attraverso l’identificazione e il trattamento dei disturbi di salute che hanno già prodotto sintomi o complicanze.
La medicina preventiva mira a prevenire l’insorgenza di condizioni patologiche, nonché alla diagnosi dei disturbi prima dell’insorgenza di sintomi o complicanze, quando le probabilità di recupero sono massime.
Se prestata nei tempi e nelle modalità dovuti, la prevenzione migliora le condizioni di salute generale e riduce i costi della sanità.
I programmi di medicina preventiva prevedono dunque un lavoro di riduzione dei rischi professionali, che si svolge, come noto, su diversi piani (tecnologico, tecnico, operativo, organizzativo,…), ma anche di contrasto dei fattori di rischio che derivano dagli stili di vita degli individui.
Ecco perché la medicina preventiva si interessa proprio ai comportamenti degli individui sia sul luogo di lavoro che nella vita extra professionale.
> Gli screening per la diagnostica precoce
La medicina preventiva, oltre a lavorare sulla riduzione dei rischi per la salute, da qualunque direzione provengano, comprende dunque anche interventi di diagnostica precoce, basati su screening diagnostici, che consentono alle persone di anticipare la consapevolezza di una patologia e dunque l’inizio delle terapie e, con queste, le probabilità di successo.
Naturalmente i programmi di screening devono prevedere anche una metodologia efficace per gestire il lavoratore in caso di positività ai test. Questo secondo livello, di conferma ed approfondimento, potrà essere eseguito presso il Servizio Sanitario Nazionale (su richiesta del medico curante con cui prenderà contatto il medico competente) o presso la nostra rete di strutture private convenzionate a tariffe agevolate. Il lavoratore può affrontare tali costi con il sostegno dell’azienda, direttamente o attraverso i contributi derivanti dai programmi di welfare aziendale ovvero dai fondi per la sanità integrativa.
I programmi di screening devono prevedere anche una metodologia efficace per gestire il lavoratore in caso di positività ai test
La medicina preventiva naturalmente non contempla lo stesso approccio per tutti senza distinzioni. In realtà, tiene conto delle caratteristiche di ogni soggetto, per il quale sono messi a punto obiettivi specifici.
Questi ultimi dipendono in misura notevole dal profilo di rischio individuale, ossia dal rischio che il soggetto presenta di sviluppare una patologia in base a fattori come età, sesso, patrimonio genetico, stile di vita e ambiente fisico e sociale. I fattori che aumentano il rischio sono detti fattori di rischio.
Alcuni di questi fattori sono chiaramente al di fuori del controllo da parte del soggetto (come l’età, il sesso e l’anamnesi familiare). Altri, invece, come lo stile di vita e l’ambiente fisico e sociale, possono essere modificati, riducendo potenzialmente il rischio di sviluppo di patologie. Naturalmente, una buona assistenza medica è un aspetto importante nella mitigazione del rischio.
Per quanto riguarda nello specifico gli screening, un buon programma di diagnostica precoce va impostato dopo una indagine sui fattori di rischio cui è esposta la persona e dopo aver ottimizzato il quadro degli obiettivi dello screening e delle relative priorità insieme alle risorse disponibili.
Un buon programma di diagnostica precoce va impostato dopo una indagine sui fattori di rischio
Per questo motivo i nostri professionisti svolgono approfondite indagini sul profilo di rischio ed il profilo anamnestico dei lavoratori che poi consentono di proporre programmi individuali di diagnostica preventiva.
Si può sostenere, dunque, che un efficace programma di diagnostica precoce non possa prescindere da una elevata personalizzazione, organizzato con modalità diverse in funzione di parametri come l’età dei soggetti, i profili di rischio, collettivi ed individuali, le disponibilità economiche, la disponibilità di tempo e la logistica, e così oltre.
> La promozione di comportamenti salutari
L’obiettivo di questo tipo di iniziative è modificare i comportamenti pericolosi per la salute sia sul posto di lavoro sia nella vita quotidiana. Tali interventi comprendono semplici campagne di informazione e sensibilizzazione così come iniziative più approfondite che coinvolgono e impegnano il soggetto e monitorano i cambiamenti ottenuti.
Le azioni che possono essere intraprese integrando il set dei piani aziendali di promozione della salute con iniziative di supporto e sostegno
Attività di informazione (opuscoli informativi, cartellonistica, video, ..) su temi di interesse diffuso come fumo, alcol, alimentazione, attività fisica, e così oltre.
Incontri/Giornate tematiche/azioni di counselling con specialisti tematici (medico, fisioterapista, trainer, nutrizionista, etc.).
Corsi di supporto ai piani di promozione della salute in modalità tradizionale o e-learning, su argomenti di interesse generale come fumo, attività fisica, nutrizione, disassuefazione, yoga class, mindfulness, etc.
Gruppi sportivi (con o senza trainer).
Attività di sostegno socio-sanitario (es. sostegno ai caregiver, mobility manager,…).
Corsi pratici (es. guida sicura).
Quindi gli ambiti interessati possono essere:
- Nutrizione (ed eventualmente integrazione alimentare)
- Attività fisica e sport
- Supporto motivazionale/psicologico
- Interventi su altri fattori di impatto (sonno, sesso, ecc.)
- Attività antiaging
- Fisioterapia e gestione della postura
> L’adozione di buone pratiche all’interno dell’organizzazione aziendale
Per ottenere risultati efficaci in ambito aziendale è necessaria una strategia integrata, guidata da una policy aziendale che individui gli obiettivi della campagna come valore condiviso con tutti gli stakeholder.
All’interno della campagna di promozione della salute il medico competente svolge un ruolo determinante, sia realizzando momenti informativi collettivi, sia personalizzando il messaggio educativo nell’ambito della visita medica prevista dal piano di sorveglianza sanitaria.
La gestione delle normali attività aziendali dovrà inoltre essere resa coerente con i contenuti del programma di promozione della salute. Ad esempio, qui di seguito sono riportati gli ambiti di attività aziendale che vanno “ripensati” nel momento in cui si decide di intraprendere un percorso di promozione della salute:
- Politiche aziendali di responsabilità sociale.
- Mensa e distributori di alimenti (healthy food).
- Sponsorizzazioni, squadre aziendali, bonus e premi.
- Organizzazione degli spazi.
- Organizzazione degli spostamenti interni all’azienda, del tempo, della mobilità.
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> La verifica dei risultati
Un efficace programma di promozione della salute non è basato soltanto sulla definizione di obiettivi specifici e sull’attuazione della strategia condivisa all’interno dell’organizzazione. Un tassello chiave è costituito dalla verifica dei risultati attraverso il ricorso a indicatori di performance (KPI) precedentemente stabiliti. Tra questi, a solo titolo esemplificativo, citiamo:
- Indicatori di partecipazione (es. numero di adesioni).
- Indicatori di efficacia (es. riduzione dell’assenteismo).
- Indicatori di efficacia (es. riduzione delle idoneità con limitazioni/prescrizioni e delle inidoneità).
- Indicatori di salute (es. risultati accertamenti diagnostici).
- Livello di soddisfazione e modifica dei comportamenti tramite rilevazione soggettiva con questionari anonimi.
I KPI, in altre parole, creano le condizioni per una misura più realistica della campagna di promozione della salute, consentendo di individuare i fattori di debolezza e di realizzare differenti analisi comparative nel tempo. Naturalmente la definizione dei KPI è dinamica, in quanto la loro individuazione è sempre il prodotto di una strategia condivisa e di un approccio organizzativo.
Quali sono i vantaggi per le aziende
I vantaggi che le campagne di promozione della salute sono in grado di apportare alla vita aziendale sono molteplici, quantificabili sia dal punto di vista economico che dal punto di vista sociale.
Uno dei primi benefici che le aziende possono rilevare è la sensibile riduzione dell’assenteismo e un incremento nella produttività. Ricerche diverse indicano da tempo come la promozione della salute nei luoghi di lavoro consenta alle organizzazioni che intraprendono tali iniziative di ottenere un maggior coinvolgimento da parte dei propri dipendenti, con un evidente ritorno economico.
Tra i vantaggi riscontrati non è sicuramente da sottovalutare la riduzione delle inidoneità e delle idoneità con limitazioni/prescrizioni. Infatti un livello più elevato di benessere psico-fisico consente ai lavoratori a rischio di essere meno soggetti a condizioni problematiche per la loro salute, con un impatto significativo per l’organizzazione nel suo complesso.
Un beneficio evidente è rappresentato dal miglioramento del clima aziendale, dalla maggiore fidelizzazione dei lavoratori e dalla riduzione della conflittualità, con riflessi non trascurabili anche sul rapporto con i clienti e i fornitori.
Un altro fattore rilevante per le aziende e i loro professionisti è rappresentato dalla migliore gestione dell’invecchiamento e dalla valorizzazione dei lavoratori esperti. Tale elemento è sempre più centrale considerando il peso che ha la quota di adulti-anziani in rapporto al resto della popolazione lavorativa italiana. Inoltre, la promozione della salute fornisce alle organizzazioni uno strumento concreto per “sfruttare” completamente l’incredibile potenziale rappresentato dall’esperienza.
Un’azienda che promuove e sostiene il benessere dei propri dipendenti è destinata, inevitabilmente, ad attirare i professionisti migliori e a trattenere le risorse umane dotate di maggior talento.
Inoltre, sotto il profilo economico gli interventi di promozione della salute rientrano tra quelli che l’Inail considera ai fini della riduzione del premio annuo secondo uno schema che, a parità di sforzo economico, premia naturalmente le aziende più piccole.
Lo sconto si ottiene l’anno successivo a quello in cui è stato realizzato l’intervento presentando un’istanza di riduzione (OT24) nella quale sono documentati gli interventi attuati.
Infine, una attenta politica in direzione della promozione della salute è certamente sostenuta dai vantaggi fiscali previsti per il welfare aziendale e l’utilizzo degli sgravi fiscali in questa direzione produce dei vantaggi per l’azienda senza necessariamente un aumento del budget dedicato a questa specifica attività.
Le linee di indirizzo sull’attività fisica per la promozione della salute (Accordo Stato Regioni)
Come è evidente, uno degli strumenti più efficaci dell’attività di promozione della salute, fuori e dentro i luoghi di lavoro, è rappresentato dall’attività fisica, alla luce degli evidenti benefici che è in grado di generare in termini psico-fisici anche come contrasto allo stress e al burnout da lavoro.
In questo senso, costituisce una importante novità l’adozione, a partire dal 3 novembre 2021, da parte dell’Accordo Stato-Regioni dei principi contenuti nel documento sulle Linee di indirizzo sull’attività fisica che include specifiche raccomandazioni per fasce d’età e patologie.
1
- L’attività fisica è considerata un fattore determinante nella prevenzione e nella gestione delle principali malattie croniche non trasmissibili come le malattie cardio-cerebrovascolari, oncologiche, respiratorie e psichiatriche.
- Migliorare lo stato di salute fisica e mentale e garantisce un maggiore benessere della popolazione e una migliore qualità della vita.
2
- Il documento aggiorna le diverse raccomandazioni nel rispetto delle nuove indicazioni presentate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
- Vengono descritti in particolare i benefici dell’attività fisica per ciascuna fascia d’età.
3
- Il documento presenta anche specifiche soluzioni, utili per poter supportare la popolazione in questa fase post pandemica, garantendo una ripartenza anche sul piano psico-fisico.
- E’ possibile ripensare la pratica dell’attività fisica alla luce dei cambiamenti e delle restrizioni imposte dalla situazione emergenziale.
4
- Il documento è in linea con l’approccio sviluppato dal Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025, ribadendo soprattutto il principio della salute come fattore centrale in tutte le policy.
La salute è un bene irrinunciabile,
per te e la tua organizzazione.
E noi abbiamo le soluzioni di prevenzione
adatte alle tue necessità.
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