Covid Manager
Perché è una figura fondamentale per l’organizzazione
Il Covid-19 è ormai parte integrante della nostra quotidianità e, alla luce delle misure adottate per mitigare il rischio di contagio, lo è anche il lavoro nelle sue molteplici forme e dinamiche.
Di certo il Coronavirus ha acuito le difficoltà psico-fisiche dei lavoratori più fragili, ma ha reso più fragili anche i lavoratori che prima della pandemia erano meno a rischio. Anche per questo, come vedremo, è fondamentale l’esistenza all’interno dell’organizzazione della figura del Covid Manager.
Ciò che sta emergendo in modo sempre più evidente, infatti, è l’aumento dei soggetti che presentano sintomi da stress post-traumatico. Questo non sorprende considerando le implicazioni e l’impatto del Covid-19 sia sulla salute individuale che sul benessere collettivo. La pandemia, in molti suoi aspetti, ha rappresentato e continua a rappresentare un vero e proprio trauma.
La pandemia ha rappresentato e continua a rappresentare un vero e proprio trauma
Lo stress e l’ansia sono alcuni dei sintomi che possono manifestarsi nei lavoratori più a rischio, minando la loro qualità della vita. Al tempo stesso, con la diminuzione del benessere personale aumentano gli effetti negativi sull’organizzazione, che è chiamata sia a supportare i suoi dipendenti che a fronteggiare eventuali, temporanee, carenze di personale legate al Covid-19.
Il Covid Manager può rappresentare, quindi, una figura di raccordo all’interno dell’azienda, in grado, insieme al datore di lavoro e alle altre figure preposte alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, di mettere in atto tutte le misure necessarie per prevenire il contagio sul luogo di lavoro e favorire una gestione tempestiva ed efficace delle molteplici implicazioni legate alla Covid.
Non a caso la Regione Veneto ha adottato il termine Covid Manager per indicare “colui che svolge funzioni di coordinatore per l’attuazione delle misure di prevenzione e controllo e con funzioni di punto di contatto per le strutture del Sistema Sanitario Regionale.”
Covid Manager: chi è
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Se è vero che gli aspetti legati alla salute e alla sicurezza sono già ben noti al Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, quello che è emerso in questi mesi è la natura molto particolare e specifica dell’evento pandemico che stiamo vivendo.
La situazione di emergenza è stata ed è caratterizzata da una costante incertezza e da cambiamenti repentini che hanno avuto un impatto anche sulle misure più efficaci da adottare nei luoghi di lavoro.
Il Covid Manager, in questo senso, rappresenta un’evoluzione rispetto alle figure già esistenti all’interno dell’organizzazione. Tale evoluzione risponde ad una necessità, riuscire a limitare il rischio Covid:
- contrastandone la diffusione e il contagio,
- limitando le conseguenze psico-fisiche sul lavoratore,
- creando le condizioni per una organizzazione più resiliente.
Il Covid Manager, da questo punto di vista, è una figura che riflette nelle sue competenze e nella sua expertise la complessità del fenomeno epidemiologico e sociale rappresentato dal Covid-19.
Noi di Igeam crediamo molto nella sua centralità e rilevanza. Proprio per favorire la sua adozione all’interno delle organizzazioni abbiamo messo a punto un corso formativo avanzato che, attraverso il ricorso ad alcuni tra i massimi esperti sul campo, fornisce e certifica il know-how richiesto per diventare Covid Manager.
Il Covid Manager e la gestione degli aspetti epidemiologici
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Un elemento molto importante con cui si deve confrontare il Covid Manager è la comprensione degli aspetti più di natura epidemiologica correlati al Covid-19. Conoscere i meccanismi di diffusione consente, infatti, di adottare le misure più efficaci e tempestive per contrastare la diffusione del virus nei luoghi di lavoro.
Come è noto, il coronavirus si trasmette da una persona infetta a un’altra in modo simile ai virus dell’influenza stagionale, attraverso:
Contatti stretti interpersonali
- Mediante droplets, ovvero goccioline di secrezioni respiratorie (tossendo e starnutendo) e di saliva, prodotte dal soggetto infetto che possono entrare in contatto con le mucose orali o nasali di chi si trova a stretto contatto.
- Toccando o stringendo la mano contaminata da tali droplets e poi portarla a contatto con le mucose della bocca, naso e occhi.
Contatti con superfici infette
- Toccando oggetti o superfici contaminati dal virus e portando le mani (non ancora lavate) a contatto con la bocca, il naso o gli occhi. Ad esempio, sul tessuto le particelle virali infettanti sono state rilevate fino a 1 giorno, mentre sulle banconote e il vetro fino a 2 giorni.
E’ importante ricordare che la Circolare del Ministero della Salute del 29 maggio 2020 n. 18584 ha indicato una serie di caratteristiche che permettono di definire il concetto di contatto stretto (esposizione ad alto rischio):
Una persona che vive nella stessa casa di un caso Covid-19 o che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso di Covid-19 (per esempio attraverso la stretta di mano).
Una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso Covid-19 (ad es. toccando a mani nude fazzoletti di carta usati).
Una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto, entro due posti in qualsiasi direzione rispetto ad un caso Covid-19: sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.
Una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso di Covid-19, a distanza minore di 2 metri e per almeno 15 minuti.
Una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad es. aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di Covid-19 in assenza di DPI idonei.
Questi e molti altri aspetti (tra cui la vaccinazione) che coinvolgono l’epidemiologia del Covid-19 sono oggetto, all’interno del nostro corso per diventare Covid Manager, del modulo tenuto dal Dott. Francesco Forastiere, consulente per l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Il Covid Manager e gli aspetti normativi e legali
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Un aspetto su cui l’emergenza pandemica ha avuto, inevitabilmente, un impatto eccezionale è rappresentato dalle questioni di natura giuridica e normativa. I protocolli nazionali, le disposizioni ministeriali e le indicazioni regionali costituiscono un complesso sistema di norme nelle quali il Covid Manager deve sapersi orientare con efficacia.
In questo senso, è opportuno ricordare che i contagi da Covid-19, sviluppati nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa, sono oggetto di tutela al pari degli infortuni sul lavoro.
L’Inail ha chiarito che il presupposto tecnico-giuridico è rappresentato dall’equivalenza tra:
- causa violenta, che si applica a tutti gli infortuni;
- causa virulenta, legata al nuovo Coronavirus.
E’ il datore di lavoro, sia pubblico che privato, ad essere obbligato a denunciare/comunicare l’infortunio quando viene a conoscenza del contagio occorso al lavoratore. Sempre l’Inail, intervenendo sulle responsabilità civili e penali in cui potrebbe incorrere il Datore di lavoro qualora un suo dipendente sviluppasse l’infezione da Covid-19 nello svolgimento dell’attività professionale, ha precisato che:
- “dal riconoscimento come infortunio sul lavoro non discende automaticamente l’accertamento della responsabilità civile o penale in capo al datore di lavoro.”
Questi e molti altri aspetti (tra cui, ad esempio, la discussione sull’obbligo di vaccinazione per i lavoratori) sono oggetto, all’interno del nostro corso per Covid Manager, del modulo tenuto dall’Avvocato Lorenzo Fantini, ex consulente per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Il Covid Manager e gli aspetti prevenzionistici e tecnici
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Una delle attività nelle quali il Covid Manager è direttamente coinvolto include gli interventi prevenzionistici e tecnici finalizzati alla mitigazione del Covid-19 nei luoghi di lavoro. Nello specifico, ci si riferisce alle indicazioni per una corretta gestione ed applicazione delle misure tecnico-organizzative anti-contagio per la tutela dei lavoratori.
Tra le iniziative da adottare per limitare la diffusione del virus la pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro rappresenta un intervento necessario e non prorogabile. La figura del Covid Manager, in questo caso, è fondamentale perché la sanificazione deve essere sempre preceduta dall’attuazione di specifiche misure organizzative (ad es. stabilire una procedura di azione e pianificazione, aggiornarla secondo le istruzioni delle autorità sanitarie, monitorare le azioni intraprese, e così oltre) che creano le condizioni per la perfetta riuscita delle soluzioni adottate.
Il Covid-19 ha sollevato un ampio dibattito sull’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per la prevenzione del contagio e in particolare sull’adozione delle mascherine chirurgiche e delle maschere filtranti del tipo FFP2 e/o FFP3. La conoscenza delle caratteristiche tecniche, i criteri di scelta, le corrette modalità di utilizzo e di smaltimento sono alcuni degli aspetti che definiscono il know-how e il margine di azione del Covid Manager.
Il Covid-19 ha avuto un profondo impatto sulle attività produttive, mettendo a rischio in numerosi casi la continuità operativa (business continuity) delle aziende. Dalla gestione delle assenze dei dipendenti contagiati alla necessità di ridefinire le proprie strategie di mercato, la pandemia ha costretto le imprese a sviluppare una inedita resilienza organizzativa, necessaria per superare l’emergenza. Il Covid Manager, proprio per la sua figura di raccordo all’interno dell’azienda, può contribuire al consolidamento di tale capacità di resistenza e flessibilità, sia nelle figure apicali che nei lavoratori.
Questi e molti altri aspetti di tipo tecnico-prevenzionistico sono oggetto, all’interno del nostro corso per Covid Manager, del modulo tenuto dalla Dott.ssa Donatella Fracassi, Direttore operativo di Igeam e Responsabile della service line HSE, e dall’Ing. Michele Caputo.
Il Covid Manager e gli aspetti medico-sanitari
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Il Covid Manager è chiamato a collaborare continuamente con il Medico Competente, che all’interno dell’organizzazione ricopre un ruolo cruciale per la gestione del rischio di infezione da Covid-19.
A tal punto che anche i datori di lavoro che, ai sensi dell’articolo 18, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni, non sono tenuti alla nomina del medico competente per l’effettuazione della sorveglianza sanitaria nei casi previsti dal medesimo decreto:
- devono garantire ai lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio le misure di sorveglianza sanitaria eccezionale, potendo alternativamente scegliere tra la nomina di un medico competente ovvero la possibilità di farne richiesta ai servizi territoriali dell’Inail.
Da questo punto di vista, è importante ricordare come l’attività di sorveglianza sanitaria sia stata oggetto di una riorganizzazione sostanziale per poter rispondere efficacemente alle problematiche del periodo di emergenza che stiamo attraversando. In questo modo, la sorveglianza sanitaria:
- ha limitato la diffusione del contagio in azienda;
- ha contrastato lo sviluppo di focolai epidemici dal luogo di lavoro, tutelando sia la salute del lavoratore, sia la collettività;
- ha accompagnato il rientro dei lavoratori, favorendo una ripresa sicura del lavoro.
A cambiare, inoltre, è stato anche il concetto di fragilità correlato al Covid-19. Infatti, nel tempo è stato possibile rilevare come la maggiore fragilità nelle fasce di età più elevate della popolazione sia associata alla presenza di alcune tipologie di malattie cronico degenerative (ad es. patologie cardiovascolari, respiratorie e dismetaboliche) che, in caso di comorbilità con l’infezione da SARS-CoV-2, possono influenzare negativamente la gravità e l’esito della patologia.
Sulla base di queste considerazioni lo stesso concetto di fragilità va individuato in quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore/lavoratrice rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto.
Questi e molti altri aspetti di tipo medico-sanitario (tra cui, ad esempio, l’importanza degli screening in azienda) sono oggetto, all’interno del nostro corso per Covid Manager, del modulo tenuto dal Dott. Fulvio D’Orsi, Direttore Scientifico di Igeamed.
Il Covid Manager e i rischi psico-sociali
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Una delle conseguenze correlate alla diffusione del Covid-19 è senza dubbio rappresentata dal significativo aumento dei casi di stress, ansia e depressione. Il fenomeno non è limitato all’Italia. Infatti, dagli studi che sono stati condotti emerge come siano coinvolti paesi anche culturalmente molto differenti tra loro.
Nello specifico, tentando di categorizzare diverse tipologie di stress correlate al Covid-19, una università canadese, la University of Regina, ha individuato 5 principali sintomi più ricorrenti che rivelano una condizione ansiogena generata dall’emergenza pandemica:
Paura o timore di contagiarsi
Paura delle conseguenze socio-economiche
Ricerca compulsiva di notizie sul Covid-19
Sintomi da stress da trauma
Paura nei confronti dello straniero (come possibile fonte di contagio)
Tali sintomi non sono separati tra loro, al contrario. Come mostrato dall’indagine, infatti, possono verificarsi insieme ed alimentarsi a vicenda. Ad esempio, cercare in modo compulsivo nei media notizie sul Covid-19 e sulla sua diffusione può rafforzare la comparsa di sintomi da stress (come gli incubi notturni legati al virus), i quali a loro volta possono contribuire ad aumentare la paura di contagiarsi, spingendo il soggetto a cercare nuove notizie per essere continuamente aggiornato.
Sul luogo di lavoro questi sintomi possono acuirsi se non sono affrontati in modo tempestivo e con attenzione. Le cause dello stress e dell’ansia, inoltre, possono essere molteplici.
Tornare al lavoro dopo un periodo di quarantena perché risultato positivo al tampone o per contatto diretto con un soggetto infetto può generare preoccupazione nel soggetto, soprattutto se nel frattempo si sono verificati cambiamenti al lavoro. Allo stesso modo, il ritorno in ufficio dopo un lungo periodo di smart working può aumentare la paura di contagiarsi nel luogo di lavoro.
In questi e in altri casi, è fondamentale per l’azienda mettere in atto tutte le misure necessarie per ridurre le incertezze. È importante comprendere le preoccupazioni dei propri dipendenti perché è attraverso la comprensione e l’ascolto che possono essere adottare le strategie di intervento più efficaci. Questo è molto simile alle attività di counselling che abbiamo predisposto come Igeam per supportare le organizzazioni e i loro dipendenti.
Garantire un’attenzione comunicativa (es. chiedere ai propri lavoratori come si sentano, quali sono le loro preoccupazioni più stringenti)
Apportare modifiche di tipo organizzativo e nelle mansioni (es. riequilibrando temporaneamente il carico di lavoro)
Favorire la comunicazione tra i colleghi (es. creando le condizioni per uno scambio informale e non vincolato)
Istituire un servizio di affiancamento costante che funzioni da supporto per il dipendente
Questi e molti altri elementi legati ai rischi trasversali e psico-sociali sono oggetto, all’interno del nostro corso per Covid Manager, del modulo tenuto dal Dott. Alberto Crescentini, Psicologo e Docente Universitario.
Diventa un Covid Manager certificato
Il corso di Igeam Academy per diventare un Covid Manager certificato è organizzato per fornire a quanti operano nel Servizio di Prevenzione e Protezione le elevate competenze, tecniche e trasversali, necessarie per fronteggiare il rischio Covid-19 nei luoghi di lavoro.
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