In Lombardia, tra agosto e settembre 2020 è tornata a far parlare di sé la legionella. A Busto Arsizio (Varese) si sono contati una decina di casi che riportano alla memoria i precedenti del 2018. In quell’occasione, infatti, scoppiò un vero e proprio focolaio prima nel Milanese e poi nella Pianura Bresciana con 750 persone colpite da una polmonite batterica sovrapposta alla legionella.
Alla luce dell’emergenza Covid-19 e come indicato anche nelle Linee Guida del 2015 per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, è importante chiarire quali siano i potenziali rischi per la salute e in che modo i luoghi di lavoro possano favorire la diffusione della legionella.
Infatti considerando che la legionella, in presenza di determinati fattori (es. mancanza di interventi manutentivi, di attività di monitoraggio dell’aria e così oltre), è da ritenersi un fattore di rischio in tutti gli spazi che presentano un sistema di aerazione forzata e impianti idrici, gli ambienti di lavoro potenzialmente interessati dal problema sono molteplici e di diversa natura.
Le Linee Guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, approvate in Conferenza Stato Regioni, nella seduta del 7 maggio 2015, riuniscono, aggiornano ed integrano, all’interno di un unico testo, tutte le indicazioni riportate nelle precedenti linee guida nazionali e normative.
Le linee guida sono state aggiornate alla luce delle nuove conoscenze scientifiche, con l’ausilio tecnico-scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità e di figure istituzionali esperte del settore e rappresentano il riferimento delle Aziende per la conformità alla normativa cogente in materia.
Molto spesso, soprattutto tra i non addetti ai lavori, si è portati a ritenere che la legionella costituisca un fattore di rischio soltanto in quegli ambienti (di lavoro) nei quali sono installati impianti di aerazione forzata. In questi casi è fondamentale che l’attività manutentiva sia accompagnata da una verifica e dal monitoraggio della qualità dell’aria (Indoor Air Quality) con interventi di adeguamento e di bonifica laddove si riscontri la presenza del batterio.
Tale aspetto si applica a un gran numero di realtà produttive (es. Stabilimenti industriali, Edifici Direzionali etc.) ed in particolare a tutti quei luoghi chiusi ai quali ha accesso un gran numero di individui, anche esterni all’ambiente lavorativo (come nel caso delle strutture sanitarie).
Al tempo stesso, però, è opportuno ricordare che anche altri contesti presentano un potenziale livello di rischio. Infatti il batterio potrebbe annidarsi sia negli impianti idrici locali (es. le docce), soprattutto in presenza di gomiti, che negli erogatori, nei quali, nel caso di un uso intermittente dell’acqua, si potrebbero produrre aerosol contaminati.
Proprio per questo motivo, anche alla luce dell’attuale situazione che vede un elevato numero di lavoratori svolgere attività in modalità smart working, è consigliato negli ambienti di lavoro con impianti meno utilizzati il prelevamento di campioni di acqua per rilevare la possibile presenza del batterio.
Inalazione di aerosol contaminato (sospensione di particelle solide o liquide in aria)
Torri di raffreddamento; Impianti idrici; Vasche idromassaggio; Stazioni termali; Terriccio e composti per giardinaggio; Impianti idrici di riuniti odontoiatrici; Umidificatori
Siti industriali; Centri commerciali; Ristoranti; Centri sportivi e centri benessere; Residenze private; Alberghi; Navi; Campeggi; Club
Torri di raffreddamento/condensatori evaporativi a rischio. Impianti idrici complessi. Soggiorno in alberghi con occupazione discontinua; erogazione intermittente dell’acqua; personale non formato per la prevenzione della legionellosi
Età > 40 anni; Sesso maschile; Tabagismo; Viaggi recenti; Malattie concomitanti (diabete, malattie cardiovascolari, immunosoppressione da corticosteroidi, malattie croniche debilitanti, insufficienza renale cronica, malattie ematologiche, tumori, ipersideremia); Abuso di alcool; Cambiamenti dello stile di vita
Fonte: Legionella and the prevention of legionellosis WHO, 2007
A causa della chiusura temporanea degli impianti idrici degli ambienti di lavoro come uffici, negozi e alberghi provocata dal lockdown per il Covid-19, il ristagno dell’acqua e l’uso saltuario di alcuni dispositivi potrebbero determinare un grave rischio per la trasmissione della legionellosi.
A tal proposito, è stato pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità uno specifico documento Guida per la prevenzione della contaminazione da Legionella negli impianti idrici di strutture turistico recettive e altri edifici ad uso civile e industriale, non utilizzati durante la pandemia Covid-19 (Rapporto ISS – Covid-19 N.21/2020).
Le indicazioni dell’ISS vanno considerate come una integrazione delle misure di prevenzione e controllo da adottare negli ambienti di lavoro per limitare la proliferazione di legionella negli impianti, riportate nelle linee guida nazionali e in accordo con il DL.vo 81/2008 e i dettami del DM 14 giugno 2017 inerente i piani di sicurezza dell’acqua.
Il Rapporto ha come principali destinatari:
La legionella, che di fatto rappresenta uno dei patogeni più importanti veicolati attraverso l’acqua, è la causa di:
Come viene indicato nel recente rapporto dell’ISS, la trasmissione della malattia all’uomo, in particolare nelle strutture turistico ricettive che rientrano nel codice ATECO 55, può verificarsi attraverso l’inalazione di aerosol contaminato da Legionella.
Gli impianti sotto accusa sono quelli non adeguatamente manutenuti, che presentano condizioni di temperatura, di biofilm e calcare tali da favorire la sopravvivenza e la crescita del batterio, come ad esempio:
E’ possibile applicare un normale regime di controllo degli impianti:
Inoltre è fondamentale documentare le azioni messe in atto, contro la proliferazione di legionella, per salvaguardare la salute del personale, dei visitatori e di chiunque frequenti la struttura una volta riaperta.
In questo senso, il datore di lavoro, nel caso in cui fosse necessario, deve farsi supportare da un consulente esperto e dal RSPP.
Qualora l’edificio o altra struttura sia rimasto chiuso, invece, per un periodo superiore ad un mese, vanno adottate specifiche misure necessarie per mitigare il rischio di proliferazione della Legionella:
Oltre a tali misure è necessario:
E’ importante ricordare che il datore di lavoro è obbligato a valutare il rischio Legionella non soltanto per i propri dipendenti ma anche per qualsiasi utente che frequenti il luogo di lavoro, e che è opportuno che ricorra ad un consulente esterno e ad un RSPP per gestire in sicurezza l’intero processo.
Come Igeam abbiamo ricevuto numerose richieste di consulenza finalizzate a supportare l’organizzazione nella mitigazione e nel controllo di situazioni di rischio, fuori e dentro gli ambienti di lavoro, provocate direttamente e indirettamente dall’emergenza Covid-19.
Grazie al know how sviluppato nel corso degli anni e all’expertise dei nostri professionisti, la consulenza che proponiamo integra in modo funzionale:
Sulla base delle analisi condotte sul campo e in laboratorio siamo in grado di proporre al cliente interventi personalizzati funzionali all’eventuale miglioramento delle condizioni di lavoro.
L’organizzazione può mantenere la conformità normativa in materia di igiene e sicurezza dei luoghi di lavoro, individuando i possibili punti critici per la proliferazione della legionella e la valutazione del rischio biologico.
Igeam ha attivato una richiesta di manifestazione di interesse al fine di ottimizzare l’erogazione dei test COVID-19 IgG/IgM per il monitoraggio della popolazione lavorativa.